03/12/12

Gironi infernali..

Sinceramente credo che quando Dante descrisse il suo viaggio all'Inferno abbia tralasciato volutamente alcuni particolari più cruenti per non impressionare la future generazioni. E sabato pomeriggio ne ho avuto la prova.

Mi riferisco al "Girone dei Gonfiabili".. ogni moderno genitore sa a cosa mi riferisco.

L'acquisto del regalo di compleanno (vedi post "Dopo il lavoro..") per la figlia di M. e S. preannunciava la festa presso uno di quei posti in cui i genitori scaricano orde di figlioli il sabato pomeriggio perché si sfoghino fino allo sfinimento così che poi il sabato sera non rompano i coglioni mentre gli stessi o guardano la partita o vanno a cena con gli amici.

Claudia, attrezzato Leonardo con i regolamentari calzini antiscivolo, aveva sentenziato: "Sui gonfiabili ce lo porti te!", lasciando evidentemente ampi margini di trattativa..

Per cui, armato di pazienza Zen e tenendo Leonardo per le manine (nonostante il mal di schiena che mi aveva quasi bloccato a letto giovedì mattina) mi avventuro nella zona che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere appannaggio dei più piccolini.

Tralasciando l'afrore di sudore, misto a puzza di piedi che si respirava nell'aria e sapientemente messo in ricircolo dall'impianto di riscaldamento regolato sui millecinquecento gradi (anche per favorire il proliferare batterico, non si sa mai qualcuno non si ammalasse per l'escursione termica dentro-fuori), la composizione del "Girone dei Gonfiabili" era la seguente:

Parte riservata ai più piccoli (0-2 anni): dondolo, vasca con le palline, tunnel, mucca di gomma, cubi di gommapiuma;

Parte riservata ai bambini da 2 a 8 anni: qualsiasi castello, scivolo, drago, ecc. gonfiato su cui salire a precipitare giù;

Parte riservata ai genitori: rinfresco con alcolici per superare la giornata!

Insomma, mi avventuro con Leonardo nella zona dei più piccoli. Dopo aver appurato che dentro la vasca della palline (popolata anche da acari delle dimensioni di gatti soriani) Leonardo rischiava di sprofondare e mai più riaffiorare in superficie, Leo sceglie di domare la mucca di gomma e placido, placido si mette a cavalcioni dell'animale agguantandolo per le corna e regalando sorrisi in giro.

Dopo qualche minuto si avvicina a Leonardo un bambino dall'apparente età di tre anni che inizia ad apostrofarlo così: "La mucca la voglio io, scendi!".
Ovviamente Leonardo che ha dieci mesi non capisce un cappero di quello che gli dice il bullo moccioso e gli risponde con un sorriso a 5 denti (due di sotto e tre di sopra).
Il bullo tenta un primo spintonamento ai danni di Leonardo, accuratamente evitato dal sottoscritto che con la gentilezza del genitore democratico gli dice: "Bambino, lo vedi che questi sono giochi da piccoli? Vai nella tua zona che là troverai giochi sicuramente più interessanti per te". E nel frattempo mi guardo intorno sperando di incrociare lo sguardo del genitore del bulletto con la torcia al naso. Niente.

Il bulletto prova a tornare alla carica: "La mucca la voglio io!", provando nuovamente a spintonare Leonardo già in precario equilibrio di suo.

Mentre con il braccio evito nuovamente la spinta a Leonardo e sbotto: "Ma te una mamma non ce l'hai?!?", una tipa tutta ingioiellata e impellicciata, che aveva fin dall'inizio assistito alla scena fa:

"Gianfilippo, vieni a mangiare qualcosa.. poi quando torni il bimbo ti lascia il gioco".

A quel punto non ce l'ho fatta più e a muso duro le ho detto:

"Signora, se Gianfilippo torna un'altra volta a spintonare il mi' figliolo, glielo rinvio nella stratosfera!"

Quella mi guarda inorridita e fa: "Che cafone.." e se ne va con Gianfilippo per mano.

Cafone io!?!?!?!? vabbè....comunque la mucca era nuovamente nostra!


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